Regia: Mario Caiano
Buon film di Mario Caiano, regista definibile senz'altro di minor calibro rispetto ai grandi del settore ma che, sfruttando il momento decisamente favorevole per il genere e un giro di attori che poi fondamentalmente è sempre lo stesso, riesce a convincere con questo Milano Violenta.
Già all’inizio si parte con delle musiche intriganti, che poi si mantengono su buoni livelli per tutta la durata della vicenda, caratteristica comune a tutto il filone poliziottesco all’italiana e fondamentale per condire gli elementi principali che vanno a contraddistinguere il film. Elementi principali che ovviamente sono presenti in buona misura, soprattutto nella fase iniziale, con sparatorie varie e un bell’inseguimento subito dopo l’immancabile rapina, con tanto di inquadrature sapientemente realizzate e traversoni niente male. Poi ci sono gli ostaggi, i commissari testoni, i morti casuali e qualche zoccola di contorno che fa sempre bene.
I personaggi (che poi spesso in questo genere fanno la differenza, dato che alla fine le trame sono quasi sempre quelle…) reggono bene, grazie anche ad un sapiente riciclo tra una pellicola e l’altra. Troviamo infatti il povero Claudio Cassinelli (molto più convincente qui nella figura del bandito Raul Montalbani detto Il Gatto, rispetto al sempre pur valido Commissario interpretato ne Il Trucido E Lo Sbirro), il buon Biagio Pelligra (il Savelli di Roma A Mano Armata o se preferite il Calabrese de Il Trucido E Lo Sbirro, che curiosamente qui si fa chiamare Tropea, lasciando erroneamente intendere origini calabre) e anche quell’Elio Zamuto che pure lui, rispetto per esempio a Napoli Spara, decide di invertire i ruoli passando da buono a cattivo senza manco passare dal via.
Un punto debole di questo film però lo si può riscontrare in una parte centrale un po’ fiacca, dove viene a mancare quel coinvolgimento che si respirava all’inizio e che in parte torna nella parte finale, anche se in fin dei conti si registra uno svolgimento piuttosto lineare, senza alcun guizzo particolare ed con una conclusione abbastanza scritta.
Merita in ogni caso un posto nella collezione degli appassionati.
Giudizio complessivo: 7
Buona visione e alla prossima,
Luca Rait
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