Regia: Jim Field Smith
Trama iniziale
Un povero sfigato sta vivendo un momento di stallo nella sua vita: la sua ultima ragazza, a cui è ancora molto affezionato, lo ha mollato da ormai due anni e lui ancora non se ne capacita. Come aggravante, lei e il suo nuovo compagno vivono in casa sua, accolti dai suoi genitori come dei figli.
Non bastasse tutto questo, ogni volta che capita a tiro di suo fratello viene picchiato in modo violento per rendere onore al suo ruolo da sfogatoio per le frustrazioni familiari. L'unico posto in cui Kirk possa esprimersi liberamente è sul posto di lavoro con i tre colleghi impiegati in aereoporto, che lo supportano e lo spronano il piu possibile a passare oltre.
Quello che non potevano aspettarsi è la comparsa sul posto di lavoro di una pupa niente male, che fa venire il torcicollo a tutti i presenti e la bile alle consorti. Tra tutti gli impiegati della struttura che cercano di fare i gradassi, l'unico che si comporta con normalità e gentilezza è proprio Kirk, che le fa subito una buona impressione.
La fortuna sembra essere dalla sua parte, perché Molly dimentica al controllo il suo cellulare e lo richiama, invitandolo così a riportarglielo la sera successiva in una festicciola da lei organizzata al museo cittadino. Potranno quindi conoscersi meglio, presentando l'uno all'altra i propri amici. Inizieranno infine a frequentarsi regolarmente, con tutte le situazioni imbarazzanti che questo comporta..
Recensione spoilerosa
Che bello sfruttare cliché consolidati da decenni se non da millenni per tirare fuori un prodotto che definire mediocre è un complimento. Non lo nego, il titolo che ben fa intendere la trama del film mi ha attirato a tal punto da concedergli la visione, ma per tutta la sua durata sono rimasto in attesa di quel qualcosa che potesse farmi dire: oh però, non sto del tutto buttando via una serata della mia vita.
Infatti, a questo titolo acchiappa-ingenui, non corrisponde una pellicola che valga la pena di guardare. Tutto si basa temi già visti, rivisti e sovra-utilizzati. Oltretutto manca quella comicità che almeno avrebbe allietato lo spettatore qui e là. Certo, non nego di aver sorriso qualche volta, ma le rare battutine rientrano nella categoria 'appena sufficiente'.
Il protagonista, interpretato da Jay Baruchel, fa pena fin dalle prime scene. Il suo scopo è quello, per cui non ho nulla da obiettare, però potrete immaginare i due coglioni che mi son venuti nel vederlo immutato in quello stato idiota per tutti i 100 minuti del film. Mi sarei aspettato un plot-twist, un cambiamento deciso insomma, e invece no: imbranato inizia e deficente conclude (titoli di coda a parte).
Tempo sprecato invece per Alice Eve, che dopo aver mostrato il suo prominente davanzale già in Star Trek - Into Darkness, qui ne da riprova giusto in qualche inquadratura sfuggente . Ho avuto la sensazione che sia nata per questo ruolo, della belloccia in cerca di qualcuno che non la tratti come una divinità e che forse sappia apprezzarla non solo per il suo aspetto esteriore. Curioso poi scoprire che i genitori che appaiono nel film siano i suoi reali mamma e papà. :P
In conclusione, i personaggi secondari sono stati scritti in maniera peggiore l'uno all'altro, salva eccezione di Schizzo: spesso si comportano illogicamente e non ho affatto gradito lo scarsissimo grado di relazioni che si sono instaurate fra gli stessi, poteva nascere qualche storiella parallela interessante..
Consigliato a chi vuole un'infusione di autostima, insomma la solita storia che ti insegna che nulla è impossibile se non ci provi con tutto te stesso; sconsigliato a chi ha poca voglia di sorbirsi l'ennesima commediola con lo sfigato e la gnocca di turno.
Giudizio complessivo: 6.4
Buona visione e alla prossima,
Bikefriendly
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