Regia: Wes Anderson
Trama iniziale
C'era una volta una volpe antropomorfa che, scorrazzando allegra tra le campagne, di lavoro faceva il ladro di pollame dalle fattorie circostanti. Proprio durante una di queste scorribande, in compagnia della sua dolce metà, osa un po' troppo e, studiando il meccanismo di una trappola, ne diventa vittima. Così, mentre arriva il fattore allarmato dall'attivazione della gabbia, la sua amata gli rivela una notizia inaspettata che lo sprona a trovare una via di fuga.
Ritroviamo poi il nostro loquace felino intento a cercare una nuova buca/abitazione per la sua famiglia, avendo però rinunciato alla professione di rubagalline in favore di quella da giornalista. La sua natura selvatica risorge senza troppe sorprese quando visita una casa che affaccia sulle tre fattorie più succulente della zona, amministrate da un fattore più strambo dell'altro.
Sarà proprio la sua incontenibile voglia di dimostrare la sua più elevata furbizia che farà indiavolare i tre proprietari. Costoro inizieranno quindi una poderosa caccia all'uomo che inevitabilmente porrà in serio pericolo la sopravvivenza della comunità animalesca del circondario..
Recensione no-spoiler
'Wes Anderson si cimenta nell'animazione'. Questo il sunto del film più breve che riesca a scrivere. Il tocco particolarissimo del noto regista è lampante, si respira fin dalle prime scene. Sebbene la storia nasca in origine da un racconto di Roald Dahl, Furbo Il Signor Volpe, sono pronto a scommettere che il rimaneggiamento per lo schermo di Anderson, qui anche sceneggiatore, non si fermi alla sola trasposizione dei dialoghi. Come da lui stesso confessato, esso ha costituito il primo elemento della sua libreria.
Ricordo infatti altre sue opere, una più bizzarra dell'altra, in senso positivo: esordiente con Un Colpo Da Dilettanti e poi con Rushmore, ottiene il successo del pubblico nel 2001 con I Tenenbaum. Successo quindi consolidato con Le Avventure Acquatiche Di Steve Zissou, Il Treno Per Il Darjeeling, Fantastic Mr. Fox appunto, infine con Moonrise Kingdom e la sua apoteosi Grand Budapest Hotel, che ha ricevuto grande favore di critica e di pubblico. Come detto, questo film rappresenta al momento l'unico approdo di Anderson nel mondo della animazione, manco a dirlo con una tecnica particolare che è quella della stop-motion. Tipiche invece le musiche di accompagnamento, forse il tocco personale meno individuabile.
Pur non apprezzando in toto il suo stile, devo ammettere che nel ruolo di novello Esopo è riuscito a centrare l'obiettivo. Se da un lato non gradisco il suo voler intrattenere lo spettatore e poco più, senza lasciargli quindi grandi interrogativi, dall'altro ho capito che come favolista avrebbe un futuro brillante: ha inserito un tema riflessivo quale quello della natura selvatica degli animali (ben simboleggiato dalla scena di ammirazione del lupo), che però potrebbe derivare dall'opera di Dahl che ad oggi non ho letto, riuscendo altresì a farsi apprezzare da un pubblico sia infantile sia più maturo.
Apprezzabile anche la trasposizione moderna della struttura canonica della fiaba: gli animali che partecipano alla storia mantengono caratteristiche antropomorfe e anche proprie della loro specie (la volpe -> la furbizia), qui però compare anche la dimensione umana totalmente assente nelle opere classiche dell'antichità. Appunto per i grecisti: avrei apprezzato tantissimo una chiosa del tipo 'ο λογος δηλοι..'
In chiusura, curioso scoprire che il cast di doppiaggio italiano corrisponda a quello originale: danno la voce ai protagonisti l'onnipresente George Clooney, la splendida Meryl Streep e pure Bill Murray, qui sostituiti dai loro doppiatori originari.
Consigliato caldamente a chi ha già avuto modo di apprezzare un'opera di Anderson o più semplicemente a chi vuole godersi una favola catapultata nella modernità; sconsigliato a chi da un film, pure se di animazione, cerca qualcosa più del mero intrattenimento.
Giudizio complessivo: 7
Buona visione e alla prossima,
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