Regia: David Fincher
Romanzo: Chuck Palahniuk
Trama iniziale
Un triste impiegato di una società di perizie su incidenti d'auto soffre di insonnia cronica, tanto da essere in un perenne stato a metà tra la veglia e il sonno. L'unico conforto lo trova nello sfogarsi davanti al dolore degli altri. Così inizia a frequentare tutti i circoli più bizzarri, per esempio quello dei malati di tumore agli organi genitali maschili. Qui conosce tra gli altri Bob, un uomo di mezza età la cui cura ormonale gli ha causato una crescita anomala del seno, in cui Ben si diletta a ficcare il muso.
Questa ritrovata pace viene però bruscamente interrotta da Marla, sinistra donna che partecipa ai suoi stessi corsi anche quando palesemente non le interessano in prima persona, vedi quello citato prima. Vista la fastidiosa presenza non riesce dare libero sfogo alle sue frustrazioni, finché non decide di affrontarla a muso duro e risolvere la situazione.
Messa a posto la questione, ora deve fare i conti con un lavoro sempre più oberante e tra un volo e l'altro fa la conoscenza di Tyler Durden, istrionico venditore di saponette che cattura subito la sua simpatia. Troverà in lui quella spalla con la quale liberare tutte le sue più recondite pulsioni...
David Fincher per quanto mi riguarda rappresenta una certezza. Se il nome non vi ricorda nulla vi aiuto io: esordiente con Alien³ nel 1992, riscosse enorme successo solo 3 anni più tardi con Seven, imperdibile per chi ama i thriller polizieschi. In generale mi sono piaciuti tutti i suoi film che ho avuto modo di vedere, partendo da The Game - Nessuna Regola, passando per Escape Room e Zodiac fino ad arrivare ai recenti Il Curioso Caso Di Benjamin Button e The Social Network. Siccome ho amato la versione originale di Uomini Che Odiano Le Donne, a questo punto sono curioso come una scimmia di vedere la sua versione americanizzata. Più prima che poi recupererò anche Gone Girl - Amore Bugiardo.
Con questo non voglio dire che ogni suo film sia un capolavoro, ma mi sembrano tutti ben girati, dinamici al punto giusto e quindi attraenti. Questo Fight Club non fa eccezione, tuttavia lo ritengo un filo sopravvalutato stando a sentire alcune opinioni entusiastiche al riguardo che lo hanno innalzato a 'cult' della storia cinematografica. La storia sicuramente avvince per certi aspetti, scoraggia la visione per altri. Infatti dopo una partenza ok con il solito super-mega-flashback assistiamo a un momento di calma, che secondo me doveva essere superato con maggiore velocità, in cui si presentano le fisime del protagonista. Poi, come è giusto, arriva un climax crescente fino al finale, dove però ho sobbalzato incredulo, un po' come gli scagnozzi. Il tutto si spiega con la volontà del regista di dare un tono farsesco-allegorico alla sua opera.
Gli interpreti li hanno pescati nel cesto migliore che poteva offrire il 1999: personaggio principale, a cui se non ve ne foste accorti non viene mai fornito un nome, è interpretato da un ottimo Edward Norton, reduce da American History X, attore davvero eclettico e prolifico che, nonostante spesso reciti ruoli cupi, mi trasmette una simpatia d'animo solo a guardarlo; il protagonista morale della pellicola è poi Brad Pitt, che qui ci regala una delle sue performance più emozionanti. Non fa testo invece Helena Bonham Carter, che sembra nata per ricoprire questi ruoli inquietanti, vi cito ad esempi Sweeney Todd - Il Diabolico Barbiere Di Fleet Street e Big Fish, del suo mentore (ed ex-marito) Tim Burton.
Consigliatissimo se siete alla ricerca di una storia spaccona, ricca di colpi di scena, di sangue e di qualche riflessione; sconsigliato a chi cerca qualcosa di più profondo che i soliti scazzottamenti et similia.
Giudizio complessivo: 7.9
Buona visione e alla prossima,
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