Regia: Joel Shumacher
Romanzo: Gaston Leroux
Trama iniziale
A un asta nel decaduto teatro dell' Opera pubblica nella Parigi del 1919 si incontrano con un gioco si sguardi un vecchio in carrozzina e una
donna misteriosa. Riaffiorano così i ricordi di 50 anni prima in cui il teatro pullulava di vita: all'epoca la nuova gestione dovette fare i conti con una presenza alquanto oscura e pretenziosa, il fantasma dell'Opera. Dietro a una leggenda infatti si celava un uomo sfigurato, grande conoscitore delle opere teatrali, il cui unico obiettivo era quello di far fiorire la carriera della giovane Christine e quindi chiamarla a sé..
Molti non apprezzeranno, tra cui io, ma il genere è quello musical puro, dove le parti normalmente recitate saranno meno del 10%, Gerard Butler in primis. Se non altro ti entrano in testa per almeno 24h i ritornelli delle canzoni, una più imponente dell'altra. Ora i punti dolenti, perché le canzoni sono tutte sovrapposte al recitato e risultano parecchio innaturali e fuori tempo con i movimenti della bocca già in lingua originale, immaginatevi la casualità del doppiaggio in italiano, che reputo insufficiente anche nella traduzione del testo. Non bene neanche per quanto riguarda la trama, che definisco raffazzonata in alcune parti e incomprensibile in altre. Assai lontano dunque da altri del genere come Mamma Mia o anche Sweeney Todd - Il Diabolico Barbiere Di Fleet Street.
Consigliato solo ai fanatici delle storie d'amore tormentate, contornate da canti e coreografie.
Giudizio complessivo: 6.5
Buona visione e alla prossima,
Bikefriendly
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