Regia: Juanfer Andres, Esteban Roel
Ma in cosa diavolo mi sono imbattuto stavolta??
Un film difficile da valutare, da inquadrare, e soprattutto da digerire (almeno una bottiglia di Fernet ci vuole e forse non basta).
Inizia subito con una dose di tristezza, angoscia e presomalismo che non si vedevano da tempo.
La vita che devono aver vissuto queste due sorelle non deve essere stata un granché, stando a quello che si vede nelle prime battute… e infatti poco a
poco viene fuori tutta la storia, raccontata a piccole dosi ed ogni volta che si aggiunge un particolare la faccenda diventa sempre più inquietante. Ma non è un inquietudine generata dai fatti e dal loro svolgimento dato che in fondo, per quanto malata possa essere, è una storia che si è già vista in giro, è il modo con cui viene raccontata, l’atmosfera che si viene a creare, le espressioni sui volti delle protagoniste…
E a tal proposito, ottima prova recitativa davvero, soprattutto della sorella maggiore, che pure mi sembra di aver già visto in qualche altro film spagnolo: in alcuni momenti letteralmente da brivido, anche nei titoli di coda, veramente eccezionale.
Bella la scena del manichino, unica (o quantomeno una delle poche) vera divagazione horrorifica visiva, dato che per il resto si gioca quasi tutto sull’aspetto psicologico, condito con qualche litrozzo di sangue versato al momento giusto.
Trattasi comunque di un gran film, da vedere assolutamente (basta che non siate tristi di natura o abbiate avuto una cattiva giornata), sapientemente girato da Juanfer Andres ed Esteban Roel, avendo a disposizione solo una casa e quattro stanze e che ti prende subito, coinvolgendoti a tal punto che, non appena è iniziata la visione, è già subito finito ed è passata un’ora e mezza che manco te ne sei accorto.
C’è da dire però che, se da un lato la visione scorre via rapida, il ricordo del film lo si porta dentro per un bel pezzo.
Giudizio complessivo: 8
Buona visione e alla prossima,
Luca Rait
Trailer
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