Regia: Asif Kapadia
In occasione del 32esimo compleanno di Amy Winehouse esce nelle sale, solo dal 15 al 17 settembre 2015, Amy – The Girl Behind The Name, diretto da Asif Kapadia, regista inglese di origini indiane già autore del famoso documentario sulla vita di Ayrton Senna.
Amy – The Girl Behind The Name è stato presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes (maggio 2015) e racconta la vita e la carriera di Amy attraverso filmati inediti della sua infanzia e giovinezza, video amatoriali, riprese di concerti e testimonianze di amici e parenti.
Amy Winehouse era un genio musicale, aveva un voce meravigliosa, aveva la capacità di esprimere con le parole i suoi sentimenti più profondi, e proprio il tradurre le emozioni componendo canzoni era per lei profondamente catartico.
Amava la musica più di ogni altra cosa, riusciva a scacciare la depressione imbracciando la sua chitarra e componendo, aveva una voce unica e meravigliosa, da vera lady del Jazz.
Ma era anche una persona estremamente fragile, e questa fragilità emerge in questo film: aveva problemi con l'alcol e con la droga, soffriva di disturbi alimentari, aveva un disperato bisogno d'affetto che la portava a seguire ciecamente quelli che riteneva i suoi affetti più forti, primi tra tutti il padre e il marito, che l'hanno invece solo usata e hanno contribuito alla sua rovina.
Questo docufilm racconta la sua vita, dai primi passi nel mondo della musica fino al successo mondiale, arrivando alla parabola discendente che l’ha portata alla morte .
Il risultato è intenso e straziante: senza che il regista aggiunga morbosità o sensazionalismi, il racconto didascalico della sua vita travagliata ha in sé già tutta la forza e tutte le emozioni che elevano questa giovane donna, questa grandissima cantante, a valore di mito.
Sono la dolcezza, le fragilità e i sentimenti di Amy a emergere dai racconti della sua vita e coinvolgere lo spettatore.
Vengono semplicemente riportati i fatti, e sono così duri, così penosi, da commuovere fino alle lacrime.
Credo che ciascuno di noi sia uscito da quella sala desiderando di averla conosciuta e di aver potuto fare qualcosa per lei, per aiutarla e starle vicino, per fermare il tempo in tempo e riportarla indietro.
Almeno a me è successo così.
Consiglio senza riserve la visione di questo film.
Amy – The Girl Behind The Name è stato presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes (maggio 2015) e racconta la vita e la carriera di Amy attraverso filmati inediti della sua infanzia e giovinezza, video amatoriali, riprese di concerti e testimonianze di amici e parenti.
Amy Winehouse era un genio musicale, aveva un voce meravigliosa, aveva la capacità di esprimere con le parole i suoi sentimenti più profondi, e proprio il tradurre le emozioni componendo canzoni era per lei profondamente catartico.
Amava la musica più di ogni altra cosa, riusciva a scacciare la depressione imbracciando la sua chitarra e componendo, aveva una voce unica e meravigliosa, da vera lady del Jazz.
Ma era anche una persona estremamente fragile, e questa fragilità emerge in questo film: aveva problemi con l'alcol e con la droga, soffriva di disturbi alimentari, aveva un disperato bisogno d'affetto che la portava a seguire ciecamente quelli che riteneva i suoi affetti più forti, primi tra tutti il padre e il marito, che l'hanno invece solo usata e hanno contribuito alla sua rovina.
Questo docufilm racconta la sua vita, dai primi passi nel mondo della musica fino al successo mondiale, arrivando alla parabola discendente che l’ha portata alla morte .
Il risultato è intenso e straziante: senza che il regista aggiunga morbosità o sensazionalismi, il racconto didascalico della sua vita travagliata ha in sé già tutta la forza e tutte le emozioni che elevano questa giovane donna, questa grandissima cantante, a valore di mito.
Sono la dolcezza, le fragilità e i sentimenti di Amy a emergere dai racconti della sua vita e coinvolgere lo spettatore.
Vengono semplicemente riportati i fatti, e sono così duri, così penosi, da commuovere fino alle lacrime.
Credo che ciascuno di noi sia uscito da quella sala desiderando di averla conosciuta e di aver potuto fare qualcosa per lei, per aiutarla e starle vicino, per fermare il tempo in tempo e riportarla indietro.
Almeno a me è successo così.
Consiglio senza riserve la visione di questo film.