Regia: Federico Zampaglione
Un sorprendente Federico Zampaglione si dedica all'horror e fa centro.
Nonostante la difficile battaglia contro gli spoiler (che se vi capita di leggere mai come in questo caso rovinano parzialmente il film, dato il finale), Shadow è risultato essere un film efficace e coinvolgente, seppur non propriamente innovativo; il regista infatti attinge molto da altri prodotti più o meno illustri (non cito volontariamente la sua più grande fonte di ispirazione, dato che proprio da quella prende spunto per il finale e quindi per tutto il senso della vicenda), ma lo fa in maniera sapiente e costruttiva.
Una vicenda all'apparenza semplice e di breve durata viene poi utilizzata per più ampie considerazioni su guerra, colpevolezza e quant'altro, attraverso riferimenti più o meno riusciti e captabili.
Chiaro, ci saranno pure situazioni che all'inizio potrebbero far storcere un po' il naso, ma si soprassiede volentieri, anche in virtù di ambientazioni e paesaggi straordinari e musiche decisamente appropriate per l'occasione. I personaggi sono inoltre molto azzeccati (citazione d'obbligo per la prestazione di Nuot Arquint, figura difficilmente dimenticabile in breve tempo e per Karina Testa, che già in Frontiers – Ai confini dell’Inferno ha avuto la possibilità di prendere confidenza con l'ambiente). Le recitazioni appaiono poi nel complesso convincenti.
In mezzo a tanta spazzatura italica, film del genere non fanno altro che bene.