Regia: Massimo Dallamano
Già dai titoli di testa, dove vengono citati in sequenza Ennio Morricone e Aristide Massaccesi (meglio conosciuto come Joe D’Amato per i più distratti), si intuisce che qui non si scherza; certo è che a conti fatti non ci si aspetta di trovarsi davanti a un super
giallo di tale livello, che si porta in maniera superba i quasi 40 anni di vita che si ritrova sul groppone.
La storia si rivela intrigante, mai banale, con un buon finale e alcune scene semplici ma allo stesso tempo efficaci (vedi per esempio uso improprio della roncola); si lascia inoltre seguire con estrema facilità, senza noiose pause e inutili eccessi, con un buon ritmo e un’ambientazione londinese che aiuta a conferire quell’alone di mistero che ci accompagna durante tutto il film. Non vi è traccia poi di clamorosi buchi di scenografia, come purtroppo spesso accadeva in suoi colleghi italici dell’epoca.
Un buon Fabio Testi regge poi bene la parte affidatagli dall'ottimo Massimo Dallamano, così come tutto il cast, tra cui merita una particolare citazione la povera Camille Keaton, che già qui si stava abituando a recitare il ruolo della vittima, che avrà poi modo di affinare nel successivo I Spit On Your Grave (qui la recensione del remake), altro filmone da recuperare assolutamente.
Film straconsigliato.