Regia: Alexandre Bustillo, Julien Maury
Il genere horror splatter estremo ha vissuto nel 2000 un buon livello produttivo grazie a diverse produzioni francofone (mi vengono in mente pellicole tipo Martyrs, Frontiers – Ai Confini Dell’Inferno, Calvaire ed altre ancora…), tra le quali si inserisce di diritto questo A L’Interieur.
Già dalle prime battute infatti e dai titoli iniziali si capisce su quali binari si indirizzerà il film; e la frase 'Si goda la sua ultima notte di pace' pronunciata dal medico subito dopo la visita, lascia già presagire che non saranno feste natalizie propriamente tranquille.
Certo è che, nonostante le premesse, il tasso sanguinolento risulta ancora più elevato delle aspettative. E questo anche a dispetto di situazioni alquanto paradossali (vedasi per esempio la semi immortalità della protagonista, al posto della quale qualsiasi persona apparentemente normale sarebbe morta almeno 6 o 7 volte), nelle quali le esagerazioni sono eccessive e forse anche leggermente fuori luogo.
Ritengo però che l'intento dei registi sia stato proprio quello di stupire con scene forti e disturbanti e non quello di creare una storia particolarmente avvincente, con colpi di scena e quant'altro.
Per cui, in questo senso, l’obiettivo si considera raggiunto.
Se poi aggiungiamo la breve durata, il coinvolgimento emotivo che si viene a creare a prescindere dalle generose quantità di sangue versato, l’abilità mostrata dai due dietro la macchina da presa e una recitazione tutto sommato convincente, il giudizio non può che essere positivo, nonostante alcuni vizi di fondo davanti ai quali si può chiudere facilmente un occhio.
Già dalle prime battute infatti e dai titoli iniziali si capisce su quali binari si indirizzerà il film; e la frase 'Si goda la sua ultima notte di pace' pronunciata dal medico subito dopo la visita, lascia già presagire che non saranno feste natalizie propriamente tranquille.
Certo è che, nonostante le premesse, il tasso sanguinolento risulta ancora più elevato delle aspettative. E questo anche a dispetto di situazioni alquanto paradossali (vedasi per esempio la semi immortalità della protagonista, al posto della quale qualsiasi persona apparentemente normale sarebbe morta almeno 6 o 7 volte), nelle quali le esagerazioni sono eccessive e forse anche leggermente fuori luogo.
Ritengo però che l'intento dei registi sia stato proprio quello di stupire con scene forti e disturbanti e non quello di creare una storia particolarmente avvincente, con colpi di scena e quant'altro.
Per cui, in questo senso, l’obiettivo si considera raggiunto.
Se poi aggiungiamo la breve durata, il coinvolgimento emotivo che si viene a creare a prescindere dalle generose quantità di sangue versato, l’abilità mostrata dai due dietro la macchina da presa e una recitazione tutto sommato convincente, il giudizio non può che essere positivo, nonostante alcuni vizi di fondo davanti ai quali si può chiudere facilmente un occhio.
Giudizio complessivo: 7.5
Buona visione e alla prossima,
Luca Rait
Buona visione e alla prossima,
Luca Rait
Trailer