Nonostante vi sia una discreta cerchia di persone che, probabilmente per partito preso e senza manco aver visto un singolo episodio, lo bollano come una cagata pazzesca (manco stessimo parlando della Corazzata Potemkim), indubbiamente il fenomeno Saw ha avuto e avrà negli anni a seguire un’influenza notevole sull’intero filone horror internazionale e sarà necessariamente un punto di riferimento per qualunque regista si voglia cimentare con questo genere, che poi definire non è manco tanto semplice (thriller, horror splatter, torture horror e chi più ne ha più ne metta...).
Certo è che a conti fatti appaiono essere un po’ troppi 7 Saw, alcuni dei quali meglio riusciti (il primo su tutti, gran capolavoro del genere), altri meno (vedi per esempio gli ultimi 2, non scarsi ma forse ormai si era già detto tutto quello che si doveva dire e trovare altri spunti originali non era semplice). Certo è che per i vari registi coinvolti, il successo del film era troppo stuzzicante per non farsi tentare dal girare sempre nuovi episodi e gli incassi alla fine hanno sempre premiato.
Ma parliamo del film (mi piace chiamarlo così, un unico film costituito da vari episodi), che senza dubbio strizza l’occhio a Vincent Price e al suo Oscar Insanguinato, ma che mantiene comunque un’originalità unica che, assieme ad alcune figure e personaggi a dir poco azzeccati (Billy il pupazzo su tutte, indimenticabile e imitatissimo), lo collocano di diritto nei posti alti delle classifiche dei migliori horror del nuovo millennio.
La figura di Jigsaw è incredibile, un personaggio impossibile da dimenticare, straordinariamente interpretato da un Tobin Bell che sembra essere nato solo per poter essere l’enigmista e che è dotato di un tale carisma che alla fine, nonostante tutto, non si può non fare il tifo per lui.
Le trappole da lui create poi sono quasi tutte molto ben congegnate (alcune davvero geniali, come la mitica trappola per orsi), gli effetti splatter si mantengono sempre su livelli alti (con un crescendo negli episodi 3 e 4 per esempio), il sangue abbonda senza pietà e si respira una buona tensione per gran parte delle vicende raccontate.
I personaggi coinvolti sono molteplici, alcuni azzeccati (Hoffman per esempio), altri invece destinati a finire presto nel dimenticatoio; le trame si intrecciano piuttosto chiaramente tra tutti gli episodi ed in particolar modo risulta vincente l’idea di far svolgere alcune delle vicende in contemporanea o comunque non nell’ordine temporale in cui vengono mostrate.
Un unico appunto che mi sento di fare riguarda proprio la scelta ad un certo punto di privilegiare maggiormente l’aspetto giallistico di indagine, a discapito di uno splatter più disimpegnato e maggiormente adatto a rappresentare la saga.
Le scene cult sono diverse (l’operazione a Jigsaw resta la mia preferita, un gran momento), alcune anche piuttosto forti (si veda per esempio il tuffo nelle siringhe nel secondo capitolo).
I finali riescono sempre ad essere incisivi, come per esempio quello del terzo e del quinto capitolo, senza dimenticare poi anche le fasi iniziali, tra le quali spicca indubbiamente quella del quarto; ricordo ancora all’epoca in cui uscì l’ovazione del pubblico in sala alla frase “Il gioco è appena cominciato”.
In conclusione, per chi ancora non l’ha visto consiglio visione immediata, preferibilmente maratona in giornata e ricordatevi… comportatevi bene nella vostra vita e non gettate al vento le occasioni che vi vengono offerte, perché ci può sempre essere qualcuno che un giorno o l’altro potrebbe voler fare un gioco con voi…
Giudizio complessivo: 8
Buona visione e alla prossima,
Luca Rait
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