Linda D - Anima Rotta


Sto prendendo seriamente questa storia delle recensioni.
Così, l'altra sera, a cena da mamma, trovo sul tavolo in sala un cd molto ben confezionato in una copertina di cartoncino morbido, di un singolo di una certa Linda D, ritratta in primissimo piano, dal titolo “Anima rotta”.
<<Mammaaaa,... dì a Maurino che gli prendo il cd per fare la recensioneeeee>>.
E' stato circa un mese fa. 
Ho dovuto elaborare, con calma.
Sono attratta dai lavori di gente che nessuno conosce.
Per la serie “Se io fossi un produttore discografico”.
Perché ci sballerei troppo. Se mi avanzassero giusto quei 15.000 euro da investire in una mia attività, lo farei.
Tanto ora con gli home-studio e il do-it-yourself è diventato molto più facile fare una produzione. 
Un po' meno facile è farla funzionare, nel buio totale in cui brancola la nuova generazione di imprenditori discografici che si trovano a rapportarsi con supporti musicali lontani anni luce dal nostalgico vinile che ci si comprava nel negozietto di fiducia ai tempi in cui l'industria discografica creava business interessanti.
Bene, inizio a valutare le poche informazioni che mi fornisce la copertina.
Linda D.
Per incominciare, se io fossi produttore discografico pregherei la mia artista di trovare un nome d'arte un po' meno anni novanta. Il tempo passa, nel frattempo siamo agli sgoccioli di questo difficilissimo 2013.
Poi il titolo della canzone “Anima rotta”. Mi viene subito ai ricordi un'immagine di mia nonna che mi diceva: <<Uuuuhhh!!! Mi hai proprio rotto l'anima!!!”.
Mmmm,... non partiamo bene.
Eppure il primissimo piano di questa biondo platino da paura mi incuriosisce ugualmente.
Arrivo a casa, condivido l'ascolto con un paio di amici e,...
Quando qualcosa non mi piace in maniera così plateale, la prima domanda che mi chiedo è: “Perché? Perché investire tanti soldi quando potevano essere spesi in maniera diversa?”.
La voce è registrata in maniera severa, enfatizzando una serie di armoniche sui medi e sugli acuti che si sente che ne snaturano il timbro conferendo una punta metallica che fin da principio ritengo sia improbabile che la voce naturale contenga.
Ciò nonostante trovo che la vocalità nel suo complesso non sia malvagia. Impersonale, ma forse solo per mancanza di esperienza, non necessariamente per mancanza di doti espressive.
La musica è una ballata, lenta, intima. Un po' sullo stile di Arisa nella seconda fase (cioè quella in cui ha lasciato da parte la farsa della finta imbecille, tanto non ci cascava nessuno), tipo quella del festival di Sanremo 2012 in “La notte”. Niente di eclatante armonicamente, niente di impressionante dal punto di vista della costruzione del pezzo, ma un motivetto orecchiabile che rimane impresso.
L'arrangiamento è molto elegante, un po' tanto essenziale, che richiama troppo le atmosfere di “Someone like you” di Adele, o di “If I was your man” dei Bruno Mars, non fosse per l'aggiunta di archi bellissimi e altri pochi strumenti che ricamano delicatamente mano a mano lo svolgimento della canzone.
Ma,... c'è un “ma”.
Arisa soprattutto, ma anche decisamente Adele e i Bruno Mars,...
Sono tutti lavori discografici molto belli, ben fatti e di successo, ma, avendo musiche così semplici ed essenziali, hanno un valore intoccabile su cui si appoggia l'ottanta per cento della formula del loro successo: il testo.
Invece il testo di “Anima Rotta” è a dir poco agghiacciante.
Una sfilza di parole messe a caso una dopo l'altra col solo scopo di fare rima.
Tristezza.
Come rovinare un progetto discografico.
Eppure in giro ci sono degli autori che scrivono delle vere e proprie poesie su cui si potrebbero fare i libri di scuola degli studenti di domani. Ma perché investire su un lavoro tanto mal fatto?!?
Forse se non fosse per il testo non lo scarterei, ma le parole ci sono, eccome, e rovinano tutto.
Cerco su internet una spiegazione a questo scempio.
Trovo un'intervista in cui Linda sostiene che il brano parli della violenza sulle donne.

Davvero difficile da intuire.
Ho fatto ascoltare la canzone a un po' di amici e sono rimasti tutti esterrefatti dalla idiozia del testo.
Oltre tutto è un tema anche difficile da affrontare. Se non si è in grado di farlo forse sarebbe meglio lasciare perdere.
Continuo a cercare e trovo che Linda ha fatto un paio di apparizioni in tv, su rai 1, una a “Uno Mattina” e l'altra a “Uno Mattina Caffè”nel 2012, in cui viene intervistata dalla abominevole Paola Perego che ne fa un caso umano strumentalizzando la vita di Linda che purtroppo non è stata per niente facile.


Odio queste cose.
Tra l'altro scopro con piacere che in realtà la voce di Linda dal vivo è, come immaginavo, molto intonata, molto calda e ricca di armoniche basse tipiche del mezzo soprano, che ne rendono il timbro caratteristico e, forse, se cantasse una canzone degna di essere chiamata canzone, renderebbe anche bene emozionalmente.
Ma allora, se è una ragazza che vale, perché usare il suo passato per far parlare di lei come artista, invece che i suoi lavori?
Caspita, che rabbia!!!!
Bisogna lavorare duro! Sempre e comunque!
E devono lavorare duro anche i produttori! E sbattersi a cercare dei bravi autori, canzoni belle, prodotti in cui poter dire: “Ok, io ci credo! Avrà successo”, senza il bisogno di strumentalizzare le disgrazie di nessuno, senza bisogno di fare niente più che un lavoro ben fatto, perché la gente ha solo bisogno di buona musica, e se si fa della buona musica, la gente se la compra!!! Non è un concetto difficile!!!!!!
Mamma mia!!! Se mi avanzassero 15.000 euro,... Farei il produttore discografico!!!

Linda D - Anima Rotta
Testo e musica: Francesco Ciccotti
Arrangiamento: Luca Lamari
Prodotto da Maurizio Verbeni con etichetta Rosso di Sera


Laura Ferrarini