di Marco Malvaldi
Sempre di Marco Malvaldi, ho apprezzato molto la serie del Bar Lume e dei terribili vecchietti-detective che
lo frequentano, ambientata in un immaginario paesino della Versilia (consigliatissima!).
Qui invece l’ambientazione è d’epoca (siamo infatti nel
1895), ma la verve rimane comunque molto attuale. Intorno ad un simpaticissimo
Pellegrino Artusi si muovono i nobili abitanti, i domestici e gli ospiti di un
castello nelle vicinanze di Bolgheri, e proprio all’imponente e baffuto
protagonista spetterà la risoluzione di un omicidio (e di un altro tentato).
Diciamolo subito: il giallo centrale è piuttosto semplice,
ed il processo investigativo segue una impostazione tanto gradevole quanto classica
in questo genere, ma quello che cattura di questo libro sono le descrizioni,
sempre molto ironiche e ricche di pungenti riferimenti all’attualità, dei
personaggi, i dialoghi vivacissimi e caustici, come è d’uso nella comicità
toscana, e le esilaranti scenette all’interno delle quali Malvaldi ce li
propone.
Da appassionata di buona cucina (diciamolo pure: da golosastra impenitente) ho gradito molto anche il rilievo dato alle ricette e ai piatti presentati nel libro (d’altra parte come avrebbe potuto essere altrimenti, con un simile protagonista?).
Da appassionata di buona cucina (diciamolo pure: da golosastra impenitente) ho gradito molto anche il rilievo dato alle ricette e ai piatti presentati nel libro (d’altra parte come avrebbe potuto essere altrimenti, con un simile protagonista?).
Un libro che strappa forse più sorrisi che veri e propri scoppi
di risa (come mi è invece capitato leggendo la serie del Bar Lume), ma che
conferma la bravura di questo giovane (è mio coetaneo, quindi l’aggettivo è d’obbligo!)
scrittore.
Iliana Pastorino
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